Come nelle altre terre della cristianità, varie forme di vita monastica si erano diffuse nel primi secoli anche in Italia ed in Europa.
La peculiarità di San benedetto, oltre alla sua santità, fu quella di riassumere nella sua Regola, con una organizzazione ed un’impronta propria e particolare, la tradizione e varie legislazioni monastiche precedenti (Regola del Maestro, Regola dei quattro Padri…). La Regula Benedicti convisse poi per secoli con altre, in particolare con quella di San Colombano, fino diventare l’unico testo monastico legislativo per tutti i monasteri dell’impero con la riforma di San Benedetto di Aniane all’inizio del IX secolo.
Brevi cenni biografici
Benedetto nacque Norcia nel 480 ca e, dopo aver abbandonato gli studi letterari a Roma, si ritirò con la propria nutrice ad Affile (Lazio) e da lì decise poi di condurre vita eremitica spostandosi a Subiaco, Aiutato da un monaco di un monastero vicino, Romano, visse alcuni anni in totale solitudine. La sua fama non tardò a diffondersi all’intorno e, dopo un esperienza negativa nel cenobio di Vicovaro ove la comunità l’aveva richiesto come abate, si ritiro di nuovo a Subiaco; qui accolse i discepoli che venivano da lui per condurre vita monastica e lì organizzò in dodici piccole comunità, con dodici monaci e un superiore ciascuna.
Nel 529 si trasferì a Montecassino ove fondò un unico cenobio, dove scrisse la Regola e dove visse fino alla morte il 21 marzo 547.
La Regola di San Benedetto
La Regola si compone di un Prologo e di 73 brevi capitoli con i quali San Benedetto ordina la vita nel monastero perché “diamo prova di avere almeno un po’ di rettitudine di costumi e un inizio di vita di conversione” (cap.73).
Grande importanza viene attribuita alla figura dell’Abate, interprete della Regola nelle varie concrete situazioni dei monasteri, a cui viene riservato il cap. 2.
Seguono poi i capitoli sull’obbedienza, sul silenzio e sull’umiltà. Molti capitoli sono riservati alla strutturazione della preghiera comunitaria e vengono poi date indicazioni su tutti gli aspetti della vita di una comunità di monaci: il lavoro, la refezione, l’ordine della comunità, l’accoglienza di ospiti, l’aggregazione di nuovi fratelli, la cura dei malati, la correzione delle colpe.
Ben oltre che essere un freddo elenco di norme, la Regola vuole tracciare un percorso di conversione concreto e incarnato in una comunità per “ritornare a Colui dal quale ti eri allontanato per l’inerzia della disobbedienza”.